Palazzo Pandolfini
Età
1516-1532
Progettista
Raffaello Sanzio
Palazzo Pandolfini, ubicato in via San Gallo con affaccio anche su via Salvestrina, rappresenta uno dei più bei palazzi del tardo Rinascimento. L’area in cui venne edificato era, ai tempi della costruzione, una zona periferica della città, destinata all’uso agricolo, a ospedali e istituzioni religiose, infatti, in quest’area sorgeva il monastero di San Silvestro. Il palazzo, il primo ad essere costruito in questa parte della città, venne edificato su volere di Giannozzo Pandolfini, vescovo di Troia, su terreni già appartenuti ai frati del convento di Montesenario. I lavori, su disegno di Raffaello Sanzio, partirono nel 1516 e furono seguiti da Giovanni Francesco e Bastiano da Sangallo. Nel 1520 Giannozzo ottenne l’affrancamento di tutti i beni del convento e il patronato della Chiesa di San Silvestro che venne inglobata nella struttura del palazzo come cappella privata, e acquistò una casa adiacente. Alla morte di Giannozzo Pandolfini (1525) il palazzo fu ereditato dal nipote Ferdinando; ad una sua iniziativa si deve probabilmente la decorazione del fregio del cornicione del palazzo con un’iscrizione dedicata ai papi Leone X e Clemente VII. Sebbene con qualche interruzione, il cantiere rimase attivo fino al 1532 quando venne terminata anche la parte sinistra della facciata. Ferdinando morì nel 1560 ma la proprietà rimase alla famiglia che la mantiene tuttora. Il palazzo venne risistemato nel 1620 da Filippo Pandolfini che allargò anche il giardino acquistando alcune proprietà confinanti. Successivamente il palazzo ha subito diversi interventi di restauro durante i quali fu sostituita la porta dell’antico oratorio di San Silvestro con una finestra uguale alle altre e fu demolito un torrino ottocentesco costruito sul tetto. Infine, un ultimo intervento di restauro, finalizzato al rifacimento degli intonaci deteriorati e al consolidamento e alla reintegrazione degli elementi lapidei delle facciate, è stato effettuato nel 1994-1996. Per quanto riguarda l’aspetto odierno del palazzo, bisogna specificare che è ancora controversa la questione su quanto esso rispecchi il progetto di Raffaello e quanto invece non corrisponda a modifiche apportate da Giovanni e Bastiano da Sangallo. Il palazzo è costituito da un edificio a due piani, pianterreno e piano nobile, separati da un marcapiano decorato; la facciata su via Salvestrina fu la prima ad essere terminata e presentava originariamente cinque o sei finestre crociate fra cui quelle attuali; oggi presenta finestre di dimensioni varie. La facciata principale, su via San Gallo, è intonacata color ocra e caratterizzata da eleganti finestre timpanate che al primo piano sono dotate di balaustra e affiancate da semicolonne; sotto il maestoso cornicione a mensole spicca l’iscrizione a lettere cubitali dedicata ai papi Leone X e Clemente VII; il marcapiano decorato costituisce l’appoggio visivo per la terrazza e i balconcini sul lato destro della facciata. Il portale a bugnato rustico fa parte di una costruzione ad un solo piano su cui si innalza una terrazza con balconcini. Si ritiene che tutta la porzione a destra del portale, che riprende lo stile della parte più antica, sia stata aggiunta tra il 1731 e il 1783.
Le facciate del palazzo sono interamente intonacate, le decorazioni delle finestre i timpani, le balaustre del terrazzo, il portale sono in Arenaria Pietra Serena (varietà Pietra Bigia).