Età
dal 1593
Progettisti
Bernardo Buontalenti, Matteo Nigetti, Giovanni Battista Caccini, Vincenzo Scamozzi, Pasquale Poccianti, Francesco Mazzei, Nicola Nasi, Piero Sanpaolesi
Il palazzo, situato in via del Proconsolo, si affaccia anche su Borgo degli Albizi, fu commissionato da Alessandro Strozzi ed eretto sopra alcune case e torri che erano state proprietà della famiglia de’ Pazzi e di altre famiglie fiorentine. L’origine del nome del Palazzo si deve al fatto che molti ingegneri e architetti si sono susseguiti nella sua costruzione senza portarla mai a compimento. Il piano terreno è caratterizzato da bugne piatte, pilastri angolari monumentali, e da grandi finestre inginocchiate; quest’ultime poggiano su mensoloni e sono coronate da un timpano. Alcuni di questi timpani recano una figura che ricorda un pipistrello. Tali figure a fine ottocento ispirarono una leggenda scritta da Charles Godfrey Leland, secondo la quale Roberto Strozzi (fratello di Alessandro e nuovo proprietario) avrebbe fatto un patto con il diavolo il quale, maledicendo l’edificio, ne avrebbe impedito il completamento per sempre. Il piano terreno, costruito fra il 1593 ed il 1600, si deve a Bernardo Buontalenti e successivamente a Matteo Nigetti. L’alto ingresso su via del Proconsolo ed i piani superiori che presentano lesene ioniche vengono attribuiti a Giovanni Battista Caccini su disegni di Vincenzo Scamozzi. Alla morte del Caccini, i lavori passarono di nuovo al Nigetti ma non giunsero mai a compimento. La proprietà del palazzo passò dagli Strozzi alla famiglia dei Guasti e nel 1814 al Regio Governo della Toscana che diede a Pasquale Poccianti l’incarico di sistemare i locali. Dal 1865 il palazzo passò al Regno d’Italia e nel periodo di Firenze Capitale, durante il quale funse da sede del Consiglio di Stato, fu interessato da lavori di consolidamento, restauro e decorazione su progetto dell’architetto Francesco Mazzei sotto la direzione dell’ingegnere Nicola Nasi. Dopo altre alterne vicende, nel 1919, il palazzo fu concesso all’Università degli Studi di Firenze diventando anche la sede del Museo di Antropologia e Etnologia. Pochi anni dopo l’inaugurazione del museo (1932), la facciata del palazzo fu interessata da importanti restauri diretti da Piero Sanpaolesi; a questi seguirono altri restauri in epoche più recenti. La facciata di via del Proconsolo è caratterizzata da sei finestre inginocchiate disposte simmetricamente rispetto al grande portone che è sormontato da un balcone e dallo stemma degli Strozzi. Accanto alla cantonata, è visibile un altro stemma in marmo raffigurante due figure femminili che sorreggono uno scudo con l’arme degli Strozzi. La facciata su Borgo Albizi, considerata secondaria, presenta quattro finestre inginocchiate disposte ai lati di un grande portone sopra il quale si apre una piccola finestra con sopra un leone alato che sorregge lo stemma degli Strozzi. Superiormente si trova una balaustrata oltre la quale si apre un grande finestrone chiuso da un arco poggiante su colonne binate, sormontate da capitelli figurati e da un’iscrizione dedicatoria.
Le bugne piatte della facciata e le parti angolari angolari sono in Arenaria Pietraforte. Le colonne del portale, le decorazioni delle finestre inginocchiate, lo stemma centrale sono in Arenaria Pietra Serena (varietà Pietra Bigia). Lo stemma laterale all’angolo con Borgo Albizi è in Marmo Apuano. Alcune zone nella parte sommitale sono intonacate.