Litotipo
Gabbro
Nomi comuni
Granitone, Eufotide di Monte Ferrato
Classificazione
Roccia magmatica
Complessi Ofiolitici dell’area del Monte Ferrato (Prato, Toscana Settentrionale).
Il gabbro è una roccia magmatica olocristallina che si forma per raffreddamento di un magma all’interno della superficie terrestre; rappresenta il corrispondente intrusivo dei basalti. Il termine “gabbro” viene utilizzato per una varietà ampia di rocce intrusive che possono essere definite, più precisamente, gabbroiche. Gran parte della crosta oceanica terrestre è composta da gabbri; essi si ritrovano molto comunemente anche nelle zone di rift. Il gabbro utilizzato nell’architettura fiorentina proviene dal Complesso Ofiolitico, originatosi durante il Giurassico, dell’Appennino Settentrionale.
Il termine “gabbro” deriva dal nome del paese omonimo situato in provincia di Livorno, in Toscana. Fu il geologo italiano Giovanni Targioni Tozzetti ad usare per la prima volta, nel 1768, questo termine per indicare delle rocce ritrovate in Italia nei complessi ofiolitici dell’Appennino. Successivamente il termine venne ripreso e ridefinito dal geologo tedesco Leopold von Buch. I gabbri, a causa delle loro caratteristiche fisiche che ne permettono un’ottima lavorabilità, sono molto usati nel settore dell’edilizia. In Toscana, il gabbro del Monte Ferrato, veniva usato nel passato principalmente per fare macine da mulino. Nell’architettura fiorentina si ritrova negli stipiti dei portali laterali della Basilica di Santa Maria Novella.
Il gabbro è composto prevalentemente da minerali ferromagnesiaci quali i clinopirosseni (principalmente augite) e da feldspati (plagioclasio calcico); sono presenti, inoltre, piccole quantità di minerali opachi. Nel caso in cui sia presente anche olivina si parla di gabbro olivinico; la varietà di gabbro composto prevalentemente da iperstene (orto-pirosseno) e plagioclasio calcico prende il nome di norite.
Descrizione macroscopica
Si tratta di una roccia densa, molto resistente, che presenta una tessitura omogenea; la grana è grossa e il colore è scuro (da grigio scuro a nero verdastro fino a nero) a causa dell’elevato contenuto di minerali ferromagnesiaci.
Descrizione microscopica
La roccia presenta generalmente una tessitura equigranulare; la grana è grossa con cristalli, a stretto contatto fra loro, delle dimensioni superiori ad 1 mm.